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Il progetto è nato a marzo 2024 grazie all’incontro con l’Associazione Rose Rosse di Castel Maggiore (BO) e la Cooperativa Venenta di San Giorgio di Piano (BO).
Le due associazioni hanno dato vita ad uno sportello di ascolto per donne che hanno subito violenza e hanno accolto con entusiasmo l’idea di poter raccontare le loro storie con un progetto teatrale che potesse rappresentarle. Durante i primi incontri abbiamo avuto il supporto di una psicologa che ha guidato le interviste e che ci ha aiutati a cogliere le sfaccettature più complesse. Ne è nata una drammaturgia originale, che non racconta della violenza esposta, ma di quella silente. Una delle criticità più grandi è la spettacolarizzazione a cui spesso è associata questa tematica, che racconta solo una parte della “verità” e punta i riflettori esclusivamente sulla notizia, a discapito del vissuto. La prima pagina è d’abitudine occupata dall’accurata descrizione della crudeltà, mentre il sottobosco che ha portato a quella degenerazione è racchiuso in un minuscolo titolo di coda. E’ qui che ci siamo addentrati, per scoprire le fragilità umane e raccontarle senza giudizio, nella loro più semplice drammaticità. 

La storia è ambientata in un piccolo bar, luogo in cui una delle donne ha raccontato di aver dormito per diverse settimane assieme alla figlia piccola, non avendo un posto dove andare. I personaggi non si ispirano ad un racconto specifico, ma sono stati creati imbastendo le tante voci che si sono alternate e liberate in questo loro doloroso pezzo di vita.
Kali è il nome del bar e della strana proprietaria che lo gestisce. Conosce tutti e non ama i forestieri. Una sera mentre il locale è in chiusura entra Anita, una donna che sembra essere confusa e disorientata. Nel bar si aggira Nicola, un uomo trasandato che porta con sé un orologio rotto. Anche il tempo sembrerà fermarsi all’improvviso con il loro incontro.

REGIA Francesco Brandi
INTERPRETI Matteo Baroni (Nicola), Raffaella Danielli (Anita), Tiziana Mantovani (Kali)
AUTRICE Tiziana Mantovani

AreaFuoriTema

AreaFuoriTema nasce in provincia di Bologna nel 2019 come Associazione culturale. Il presidente, Gianluca Aramini, decide di ricavare all’interno di un magazzino uno spazio che potesse essere dedicato alla promozione sociale e che fosse un punto d’incontro per la collettività. Nascono così dei primi laboratori con gruppi che arrivano dalle scuole, musicisti, attori, artisti in cerca di uno spazio in cui poter creare e dar vita ai propri progetti.

A febbraio 2022 Matteo Baroni, Raffaella Danielli e Tiziana Mantovani decidono di costituirsi compagnia all’interno dell’associazione culturale, diretti dal regista Francesco Brandi. Matteo, Raffaella e Tiziana arrivano da diverse esperienze teatrali, accomunati dalla passione per la sperimentazione e la contaminazione. L’incontro con Francesco durante uno stage da lui diretto, dà vita alla nascita del primo progetto e alla creazione della compagnia.

Ad oggi hanno all’attivo tre progetti di cui Francesco ha curato la regia e Tiziana la drammaturgia: La Lupa (2023) ispirato alla storia vera di Lucia, una sopravvissuta all’eccidio di Marzabotto. Grazie alla grande eredità donata dalle parole di Lucia, il racconto porta alla luce un messaggio potentissimo: la guerra non è solo morte se si ha la forza di scegliere la vita. Questo progetto è stato premiato nello stesso anno come miglior spettacolo, gradimento del pubblico e miglior attrice protagonista (Raffaella Danielli) al concorso nazionale La Noce d’Oro. Bagni di luce (2024) si ispira a storie di personaggi realmente esistiti che hanno passato parte della loro vita in un manicomio in periodo di guerra, un luogo che divenne strumento per mettere a tacere i ribelli che andavano contro le ideologie del momento e per confinare quelli “strani” che creavano imbarazzo al regime. Il progetto è stato scelto lo stesso anno per rappresentare l’Emilia Romagna al concorso nazionale Teatro Grande Amore la cui finale è prevista a novembre 2025.

Se dio fosse donna (2025) nasce da testimonianze di donne che hanno subito violenza. Grazie al supporto di una psicologa, le donne coinvolte hanno condiviso una parte molto dolorosa della loro vita, facendo emergere non solo la drammaticità della loro condizione ma anche immensa forza e bellezza. La storia è raccontata da un nuovo punto di vista e cerca, con originalità, di allontanarsi dalla modalità televisiva di enfatizzare questi eventi, nel rispetto di una tematica che merita di essere trattata con estrema delicatezza e attenzione. Il progetto è stato selezionato per il Festivale Teatramm di Roma previsto a settembre 2025.
La compagnia fino ad oggi ha mostrato un forte interesse per l’ambito sociale, cercando di esplorare tematiche e contenuti che potessero veicolare messaggi importanti e indurre lo
spettatore a riflessioni, credendo fortemente che il teatro possa essere un motore fondamentale per la divulgazione della cultura e della socialità.

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